giovedì 26 marzo 2015

LE NAZIONI DI MARTE: ALLE ORIGINI (collaborazione di Emil Primum)

In qualsiasi metropoli, città o villaggio della madre Terra e del grande Marte è sempre presente un monumento, una targa o una strada che ricorda Agata Rita Aceri.
Laureata in astronomia e biologia, scienziata e ricercatrice. Definita italiana, perché nata sulla terra quando esistevano ancora le nazioni originali, figlia di un musicista e di una insegnante di matematica è universalmente riconosciuta come la madre di Marte così come attualmente lo conosciamo.
Le tante statue a lei dedicate la rappresentano fedelmente; maglietta, pantaloni comodi e scarpe basse. Un viso ovale incorniciato in una folta pettinatura a caschetto.
Nei primi anni 2000 il potenziale spaziale terrestre ambiva a espandere la presenza umana nello spazio, in particolare verso Marte. Tra le enormi difficoltà la lentezza dei veicoli spaziali dell’epoca.
L’esplorazione è affidata a sistemi automatici che raccolgono una mole enorme di informazioni mentre molte ricerche teorizzano la possibilità di trasformare l’ambiente di Marte in qualche cosa di simile alla Terra; i primi concetti della storica operazione di “terraformazione” sono definiti.
Agata Rita Aceri nel 2015,docente universitaria, coordinava un gruppo di scienziati che volontariamente analizzavano la immensa massa di dati disponibili; nel 2018 la complessa operazione è conclusa.
Marte può diventare la nuova frontiera dell’umanità ma deve essere reso abitabile. Il progetto scaturito dalle ricerche prevedeva la “terraformazione” prima dell’arrivo degli esseri umani; questi ultimi avrebbero trovato condizioni simili a quelle della Terra e avrebbero potuto iniziare subito la colonizzazione con sistemi convenzionali.
Satelliti, sonde e sistemi automatici e robotizzati devono operare sul suolo marziano autonomamente e creare atmosfera, acque, vegetazione.
Successivamente devono essere inviate in direzione dell’ormai “ex pianeta rosso” attrezzature e materiali; rappresentano la possibilità per i primi terrestri arrivati di vivere e organizzarsi in un nuovo mondo. Le previsioni considerano anche una evoluzione delle tecnologie spaziali durante i tempi, non definiti, dell’intero programma dedicato alla conquista di Marte; questo ultimo fattore avrebbe permette l’accelerazione e il miglioramento qualitativo di tutte le operazioni.
La ricerca diffusa in ambienti scientifici e universitari nel 2019 è recepita da importanti agenzie scientifiche legate alle Nazioni Unite senza suscitare particolare interesse.
Nell'anno 2020 le grandi conglomerate legate alla produzione aerospaziale risentono da almeno venti anni di due fattori negativi: ricorrenti crisi finanziare internazionali e limiti sempre più stretti che i governi impongono alle spese destinate a tutto quello che riguarda lo spazio.
I manager di queste imprese si rendono conto che mettere in pratica la ricerca coordinata da Agata Rita Aceri può avere come conseguenza un enorme balzo in avanti dei loro profitti spingendoli in quella positività che da troppi anni raggiungono con fatica.
Durante l’Esposizione Aerospaziale di Pechino, nel 2021, in un incontro riservato le dirigenze degli interi comparti industriali aerospaziali e elettronici mondiali decidono di fare tutto il possibile per iniziare a realizzare quella che definiscono la “Operazione Marte”.
Pressioni verso i governi e le Nazioni Unite. Mezzi di informazione ampiamente impiegati per orientare favorevolmente l’opinione pubblica.
Simultaneamente costituiscono il Consorzio Aerospaziale Mondiale, presieduto dall’industriale svizzero Bruno Klagenman, che struttura una fondazione, dotata di solida copertura finanziaria, con sede a Lisbona e destinata alla direzione generale del progetto. La presidenza è assegnata alla Professoressa Aceri mentre tutti i suoi collaboratori sono inseriti in ruoli di rilievo.
Klagenmann, alto e brizzolato e abile diplomatico, coinvolge le Nazioni Unite nella gestione dell'aspetto politico e amministrativo. Una risoluzione O.N.U., approvata alla unanimità, stabilisce che le nazioni partecipanti allo slancio verso Marte hanno la priorità nell’invio di coloni.
In aggiunta ratifica che l'assegnazione dei territori marziani è proporzionale alla entità della partecipazione; di fatto avrebbero avuto lo stato di regioni o provincie lontane delle nazioni aderenti al progetto con possibilità di sfruttamento delle risorse naturali.
Contemporaneamente il Consorzio Aerospaziale Mondiale, e le relative società sussidiarie, sono quotate in borsa e iniziano la emissione di azioni assicurando finalmente il flusso finanziario tanto desiderato dalle società aeronautiche e elettroniche di tutto il pianeta.
Agata Rita Aceri, e tutto il suo gruppo, possono sviluppare il progetto per la parte scientifica e previsionale. Sono però incapsulati in una struttura dove la parte tecnologica e pratica è messa in atto da persone capaci ma che rispondono direttamente ai consigli di amministrazione delle aziende. Il primo atto è la progettazione di un missile in grado di permettere l’invio di carichi di relativamente grande massa verso Marte.
La tecnologia dell’epoca era ancora legata ai motori a combustione e, in attesa di radicalmente nuovi sistemi di propulsione, dai computer CAD del Consorzio Aerospaziale Mondiale vede la luce un vettore a quattro stadi. Con una base larga 18 metri e una altezza complessiva pari a 135 metri è in assoluto il missile più grande ideato da quando l’umanità ha guardato oltre la propria atmosfera.
Oltre che dai propulsori chimici ogni singolo stadio è spinto da 3 corone di 6 missili ausiliari per ognuno dei primi 3 stadi. Il quarto stadio è destinato a raggiungere Marte. Questa nuova generazione di lanciatori è ufficialmente battezzata Vettore Marte ma gli addetti ai lavori li indicavano con i nomignoli di “Marte Express” oppure “Treno per Marte”.
Il gruppo dirigente del Consorzio Aerospaziale Mondiale delibera la pianificazione per la costruzione di siti di lancio idonei e per accelerare lo sviluppo del programma, dai tempi indefiniti e comunque lunghi, verifica la disponibilità delle basi della nazioni terrestri che per prime hanno dedicato parte delle loro risorse allo spazio; Stati Uniti e Russia.
Le loro installazioni missilistiche devono essere ampliate e modificate per ospitare i Vettori Marte ma, mentre la proposta è all’esame dei rispettivi governi, avvengono eventi inquietanti e gravi.
A Washington, in una luminosa e gelida giornata invernale, decine di persone in uniforme avvicinano la Casa Bianca. Innalzano striscioni e espongono cartelli.
Sono generali e colonnelli degli stati maggiori convinti fino alla esasperazione che l’adesione del governo U.S.A. alla “Operazione Marte” è una perdita di sovranità nazionale nel delicato settore spaziale. I militari lo considerano il pilastro fondamentale del sistema difensivo e offensivo nazionale.
In realtà i vertici delle forze armate temono di perdere il controllo della agenzie aerospaziali e il ridimensionamento del proprio prestigio e peso politico.
La manifestazione di protesta è al limite dell’ammutinamento. In poche ore si uniscono a loro veterani e semplici cittadini. La folla diventa sempre più numerosa e Carmine Colpitts, presidente degli Stati Uniti, è consigliato dal proprio staff di recarsi tra i manifestanti per tentare un dialogo, rassicurare e convincerli a desistere.
Contemporaneamente, forse non informati della iniziativa presidenziale, i responsabili dei servizi di sicurezza ordinano alle unità antisommossa di disperdere la folla che ormai è composta da alcune migliaia di persone.
Generano circa 10 ore di violenta guerriglia urbana. Auto in fiamme, autobus assaltati e messi di traverso lungo le strade, lacrimogeni e scontri materiali degni delle bande di periferia. Feriti e morti.
A fatica gli agenti del Servizio Segreto incaricati della protezione del presidente riescono a estrarlo dai tumulti. Le immagini del corpulento Colpitts sanguinante al volto colpito da un oggetto contundente, gli abiti sporchi e laceri, sono rapidamente di dominio pubblico in tutto il pianeta e provocano una caduta dei titoli in tutte le borse mondiali.
Nei giorni seguenti, per placare i militari e evitare altre ripercussioni finanziarie, il parlamento Statunitense decide di non aderire direttamente alla “Operazione Marte”. Le imprese private possono partecipare al progetto come ritengono opportuno.
Dopo la decisione parlamentare tutte le installazioni delle forze armate U.S.A. sono teatro di manifestazioni di gioia e festeggiamenti.
Trascorre una manciata di tempo dagli avvenimenti di Washington e anche nel cuore della Russia si consuma una tragedia.
Il centro di una enorme area addestrativa nei pressi di Mosca riservata alle forze corazzate è segnato da un grande palco in legno grezzo dove hanno preso posto le più alte autorità civili e militari della Federazione Russa. Non manca il capo di stato, la presidente della Federazione Lucia Zelkranskj.
I primi tepori della primavera orientale accompagnano la dimostrazione operativa delle capacità della versione da esportazione del carro armato T 102/R; un prodotto innovativo costruito dalle industrie belliche russe e motivo di orgoglio nazionale.
Un giovane tenente del reggimento di cavalleria corazzata delle guardie, addetto al servizio di sicurezza, con discrezione raggiunge la Presidente. Per un istante guarda gli occhi della donna e poi, con movimenti imprevedibili e fulminei, estrae la pistola d’ordinanza. La rivolge verso sé stesso; inserisce la canna dell’arma nella bocca e esplode un colpo.
Il corpo cade sul tavolato del palco mentre dal cranio perforato schizza sangue ovunque.
Lucia Zelkranskj atterrita e con l’abito blu fresco di stiratura, il volto bianco e la elaborata acconciatura bionda punteggiata da infiniti segni rossi è trascinata in una automobile dalla sua scorta personale. Immediatamente trasportata al sicuro a Mosca tra le grandi mura del Cremlino.
L’ufficiale suicida è il tenente Leonida Tciaimov. Un giovane soldato di belle speranze, dalla carriera immacolata, estremamente affidabile. Proviene da una famiglia di tradizione militare e il padre, Generale Gregory Tciamov, comanda il gruppo armate occidentali.
Nei giorni successivi allo spettacolare suicidio è reso noto il contenuto di una ultima dichiarazione lasciata in rete dal deceduto, all’interno della sua pagina personale.
Annuncia in anticipo il gesto estremo definendolo sacrificio per la patria. Lo ritiene l’unico modo per richiamare l’attenzione del popolo Russo e di tutte le forze armate verso la svendita della sovranità nazionale legata alla possibile adesione della Federazione Russa alla “Operazione Marte”.
Le principali della città della Federazione sono in tumulto e il Generale Tciaimov seguito compatto da tutto il gruppo di armate al suo comando si ribella. Occupa San Pietroburgo e ingaggia violenti combattimenti con le unità del Ministero degli Interni che tentano di riconsegnare al Governo il controllo della situazione.
Tutti i rappresentanti dei vertici governativi rischiano la propria incolumità e devono lasciare Mosca. Riparano in Polonia mentre le fazioni, dopo gli scontri, concordano una fragile tregua.
Per riportare la situazione alla normalità, e arrestare una crisi con potenziali conseguenze globali, una complessa mediazione è intrapresa dai più autorevoli rappresentanti della chiesa Ortodossa. La condizione cardine dell’accordo prevede la non adesione della Federazione Russa alla “Operazione Marte”.
Una clausola, mutuata dalle decisioni Statunitensi, concede alle singole imprese esclusivamente private libertà di partecipazione.
Dopo queste assicurazioni scritte il Governo ha la possibilità di tornare a Mosca. Le forze armate ribelli rientrano lentamente nelle caserme; in tutte le nazioni dove è presente la religione cristiano Ortodossa sono celebrate grandi messe di ringraziamento.
Simultaneamente al mancato sostegno ufficiale e concreto alla “Operazione Marte” di Russia e U.S.A. le rimanenti nazioni terrestri con capacità industriale affermata o in via di sviluppo manifestano grande interesse e disponibilità.
Un gruppo di imprese cinesi elabora un progetto alternativo per la costruzione di una grande base di lancio nel deserto dei Gobi; le nazioni africane che comprendono nel loro territorio il deserto del Sahara propongono le aree desertiche come sede di una seconda struttura missilistica.
Il Consorzio Aerospaziale Mondiale accetta i progetti e nel corso dei decenni successivi due dei luoghi più inospitali del pianeta cambiano completamente il loro aspetto. Intorno alle strutture dedicate ai vettori Marte nascono complessi industriali di ogni genere e dal nulla appaiono città che attendono di essere dotate di tutti i servizi necessari generando altri affari.
Per i popoli terrestri è nel bene e nel male la nuova frontiera del secondo millennio; per milioni di persone senza lavoro, o costrette a vivere di attività precarie ed incerte, i vettori Marte sono la chiave per la felicità.
Gli esperti del Consorzio Aerospaziale Mondiale avevano però previsto che con la “Operazione Marte” a pieno regime per mantenere costante e accettabile la frequenza dei lanci sarebbero state indispensabili almeno 3 basi.
La soluzione è rappresentata da un gruppo di aziende europee e sud americane specializzate nella costruzione di impianti per l’estrazione di petrolio e gas naturale.
Ipotizzano la costruzione di una estesa rete di piattaforme marittime off-shore dislocate nell’Atlantico del sud, relativamente vicine alle coste del continente sud americano; lo scopo è creare una area di lancio artificiale.
Il Consorzio Aerospaziale Mondiale approva. Inizia la installazione di una struttura destinata a raggiungere l'estensione di centinaia di chilometri quadrati circondata dall’ oceano Atlantico.
Un opera colossale chiamata il “continente di ferro”.
Attualmente, dopo secoli, è ancora solidamente al suo posto e coloro che transitano sulla madre Terra cercano sempre di trovare il tempo per visitare ammirati il “continente di ferro”. Ora ospita uno dei principali musei dedicati alla storia della Madre Terra e del Grande Marte.
Con questa dissertazione sono certo di avere qualche nemico in più. Ma è la realtà storica incontrovertibile e documentata.
Ufficialmente l’umanità voleva il Grande Marte per l’anelito verso le stelle, la volontà di portare la vita, l’istinto della ricerca e dell’esplorazione.
Probabilmente per molti, moltissimi le motivazione sono queste.
Ma lo scopo della “Operazione Marte” è la necessità di fare affari. E con rapidità, viste le condizioni di instabilità dell’economia mondiale e le loro tragiche conseguenze.
Il programma non ha tempi definiti e i contenuti politici e amministrativi sono generici e vaghi; non esiste la minima idea della evoluzione delle tecnologie impiegate e molte decisioni prese poco prima della loro attuazione pratica hanno un enorme margine di approssimazione.
Queste condizioni di origine hanno condizionato la storia del Grande Marte per centinaia di anni.
Emil Primum, storico e ricercatore
fedele figlio del grande Marte e della madre Terra


lunedì 2 marzo 2015

ORDINANZA DEL SINDACO DI CASTELVESPONE

COMUNE DI CASTELVESPONE
Piazza Grande, 1
CAP 00000 CASTELVESPONE (Italia)
COD. ID. UE xit009754ab3
ORDINANZA NUMERO 6 DEL 2 MARZO 2116
VISTO E CONSIDERATO:
  1. la grande diffusione nei corpi dei cittadini di impianti genetici e biomeccanici di varia natura, origine e funzionalità
  2. che gli impianti citati al punto 1 sono reperibili presso le locali farmacie e che l'installazione avviene in semplice modo ambulatoriale o personalmente in automedicazione
  3. che è di dominio pubblico che in innumerevoli casi dopo il decesso i congiunti del deceduto estraggono dal corpo del medesimo gli impianti citati al punto 1 offrendoli in vendita come materiale usato nell'ambito del mercato abusivo degli impianti genetici e biomeccanici
  4. che la situazione descritta al punto 3 è pregiudizievole della salute pubblica e alimenta flussi finanziari strettamente controllati da pericolose organizzazioni criminali

IL SINDACO
DICHIARA VIETATE E ILLEGALI
tutte le attività descritte al precedente punto 3 e
DISPONE
  1. che l'Amministrazione Comunale sia l'unica responsabile per la gestione, in ogni forma e condizione, degli impianti genetici e biomeccanici solidali ai corpi dei cittadini deceduti
  2. che alla data odierna gli impianti citati ai punti 1 e 5 sono estratti e ritirati da questa Amministrazione tramite la società Necroservice S.p.a. concessionaria del
    servizio per anni 9.
    La suddetta società Necroservice S.p.a. assume i seguenti impegni:
    A) inserire gli impianti citati ai punti 1e 5 recuperati nel mercato legale dei materiali biomedicali riciclati e rigenerati seguendo le prescrizioni giuridiche e normative internazionali, comunitarie e nazionali
    B) versare all'Amministrazione Comunale un adeguato canone annuale di concessione
in relazione alle precedenti considerazioni e disposizioni
IL SINDACO
ORDINA
a tutti i cittadini all'atto del decesso di un congiunto di provvedere alla immediata comunicazione dell'accaduto all'Ufficio di Igiene Pubblica. Il suddetto Ufficio invierà tempestivamente a domicilio gli operatori del concessionario per svolgere le operazioni di estrazione.
Al termine della suddetta operazione è possibile procedere con le esequie della persona estinta.
7) il canone annuale di concessione citato al punto 6B è destinato all'accrescimento del fondo per il pagamento del servizio di riscaldamento degli edifici comunali.
                                                                                           FIRMATO
                                                                                                   IL SINDACO